Trusso e Santa Lucia: da gennaio stop ai centri di prima assistenza
Cittadini a Nola e a Boscoreale due ospedali già oberati di lavoro
È allarme sanità tra Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, dove dal primo gennaio 2020 chiuderanno i centri di prima assistenza localizzati nelle strutture sanitarie private Trusso e Santa Lucia. Per un bacino d’utenza di oltre centomila abitanti si prospetta una vera emergenza sanitaria. Il grido d’allarme parte dal sindaco di Ottaviano, Luca Capasso che si è rivolto ai vertici dell’Asl e allo stesso presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. «Il governatore della Campania Vincenzo De Luca – dice – esalta se stesso e la fine del commissariamento, ma evita di raccontarci i disastri ai quali il sistema sanitario campano andrà incontro di qui a pochi giorni. Dal primo gennaio 2020, infatti, cesseranno le prestazioni di prima assistenza garantite dalle case di cura private accreditate. Di queste, due (la Trusso di Ottaviano e la Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano) si trovano nel territorio vesuviano e svolgono una funzione importantissima garantendo assistenza sanitaria a centinaia di migliaia di persone».
L’AFFONDO Il sindaco di Ottaviano, Luca Capasso, lancia l’allarme su parte del decreto regionale n. 42 del 31/05/2018, adottato dal Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del SSR Campania. Al suo anche il senatore del collegio, Francesco Urraro, che si è impegnato a portare direttamente al senato la questione. «Chiederò, attraverso un’interrogazione parlamentare, direttamente al ministro della sanità Speranza, spiegazioni di quanto è stato adottato. I cittadini vanno assolutamente tutelati soprattutto su un servizio sanitario così importante che riguarda un bacino d’utenza enorme. È inimmaginabile privarsi di due presidi d’urgenza sanitari in una area come la nostra ad altissimo affollamento abitativo». Gli fa eco il sindaco Capasso. «Con la chiusura dei centri di prima assistenza i cittadini dovranno rivolgersi, anche per casi meno gravi, ai pronto soccorso degli ospedali civili di Nola e Boscotrecase, già carichi di lavoro e con il rischio di ingolfarsi ulteriormente abbassando la qualità e la tempestività delle risposte, che in qualsiasi pronto soccorso sono condizioni per salvare la vita dei pazienti».
CAPASSO, SINDACO DI OTTAVIANO: DE LUCA ESALTA IL SUO OPERATO MA NON RACCONTA I DISASTRI CHE AVREMO TRA POCHI GIORNI
Le due cliniche private sono un punto di riferimento importante per i tanti comuni satelliti della zona. «Inoltre prosegue Capasso – sempre dal primo gennaio 2020, le case di cura non dovranno più sostenere i costi h24 dei servizi medici, infermieristici e diagnostici. Ciò significa che verranno inevitabilmente messi in discussione anche i livelli occupazionali in tali strutture, con un ulteriore danno per un territorio che già soffre fortemente della mancanza di posti di lavoro. Peraltro, la legislazione nazionale e regionale ha disciplinato la necessità di attivare i cosiddetti primi punti di intervento, ma allo stato non li ha ancora individuati».
A RISCHIO ANCHE I LIVELLI OCCUPAZIONALI «LA SITUAZIONE È DRAMMATICA»: SOS DAL PRIMO CITTADINO ALLE ISTITUZIONI
L’APPELLO Il sindaco di Ottaviano, affiancato dal senatore Urraro, ha scritto a De Luca, al ministro per la Salute Roberto Speranza, ai sindaci dei Comuni dell’Asl Napoli 3 Sud e ai vertici dell’azienda sanitaria, chiedendo un incontro urgente. «Chiedo a tutte le istituzioni di farsi carico della drammatica questione, prendendo in considerazione la possibilità di rinnovare le prestazioni di Prima Assistenza o di inserire le strutture nella rete del 118».
Il Mattino 01 dicembre 2019 20191201