San Giuseppe Vesuviano – Igiene precaria: stop all’auto-ristorante del cinese

RistAmbulante Cinese (1)San Giuseppe Vesuviano – Consegnava pasti a domicilio, ai connazionali cinesi, attraverso una sorta di ristorante “ambulante”. Scoperto dai carabinieri è stato arrestato, con l’accusa di vendita abusiva, mancanza assoluta d’idonee autorizzazioni sanitarie, false dichiarazioni e istigazione alla corruzione. Dai Zhongae, 36 anni, cittadino della Repubblica Popolare Cinese, proveniente dalla regione dello Zejang da dove arriva buona parte dei cittadini orientali presenti in zona, è stato scovato dai militari, al comando del maresciallo, Giuseppe Sannino, mentre faceva il suo giro di routine tra i negozi di San Giuseppe Vesuviano gestiti dai suoi connazionali. In vaschette di alluminio, appena sigillate, cibi di ogni genere. Tenuti in pessime condizioni igieniche e di conservazione.  I carabinieri, dopo il fermo, hanno allertato i responsabili dell’asl che hanno poi certificato le pessime condizioni dei pasti finiti sotto sequestro giudiziario. Come se non bastasse, per concludere la grande abbuffata, offriva del caffè, già preparato e portato in giro in bicchierini di carta, all’interno dell’autoveicolo usato per le consegne.  Un Ford Galaxi, adibito al trasporto di persone, senza alcuna garanzia igienica per il trasferimento di generi alimentari.  Al termine di appostamenti i carabinieri l’hanno scovato fuori un negozio di cinesi mentre distribuiva i pasti ai suoi connazionali. Il cittadino orientale, che gestiva l’illecito traffico, ha tentato di spiegare ai militari che non faceva nulla di male. Poi dopo le contestazioni dei tanti reati violati, ha dapprima fornito false generalità, e poi tentato in tutti i modi di evitare l’arresto. Una volta in caserma ha anche invitato gli uomini delle forze dell’ordine a seguirlo nel ristorante da dove partivano i cibi per “offrire” una grande mangiata e una lauta ricompensa. Un invito che, però, gli è costato anche l’accusa d’istigazione alla corruzione oltre a tutto il resto. RistAmbulante CinesePer Dai Zhaongae sono così immediatamente scattate le manette. Una vicenda che sottolinea ancora una volta lo stato di degrado in cui vivono molti dei cinesi presenti sul territorio vesuviano. Le indagini dei carabinieri non si fermano all’arresto dell’uomo. I militari, coordinati anche dalla compagnia di Torre Annunziata al comando del capitano Luca Toti, stanno cercando di scovare l’intera filiera della distribuzione alimentare nella folta comunità cinese.  Una filiera, il più delle volte, gestita dalla criminalità orientale, tra le più cruente del mondo. Distribuzione alimentare oppure imposizione. Non va poi dimenticato che proprio nel giro dei ristoratori orientali si sono registrati gli ultimi e clamorosi fatti di sangue. Omicidi, accoltellamenti e, addirittura, menomazioni di arti a mezzo di colpi di mannaia.

Il Mattino 08 settembre 2011

San Giuseppe V.-Falso incidente stradale, chide il risarcimento: denunciata – La donna si era ferita per una caduta accidentale

La Caserma dei carabinieri di San Giuseppe Vesuviano
La Caserma dei carabinieri di San Giuseppe Vesuviano

San Giuseppe Vesuviano -S’infortuna accidentalmente, ma pretende il rimborso dal fondo nazionale vittime della strada. Denunciata, dai carabinieri, dovrà rispondere di falso, di tentata truffa aggravata e altro. Finisce nel peggiore dei modi un infortunio capitato a una signora di San Giuseppe Vesuviano, A.A., che dopo essere caduta, accidentalmente, corre al pronto soccorso della Clinica Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano, dove viene medicata e curata. Si fa dimettere e, il giorno dopo, ritorna al pronto soccorso, questa volta della Clinica Trusso di Ottaviano, dove denuncia di essere stata investita da un’auto pirata. Operata alla gamba, presso la struttura ospedaliera, avvia la pratica di rimborso, attraverso il suo legale, presso il fondo vittime della strada. Allertati della situazione, i carabinieri di San Giuseppe Vesuviano, guidati dal maresciallo, Giuseppe Sannino e coordinati dal capitano Luca Toti, della compagnia di Torre Annunziata, avviano una mirata indagine e scoprono l’arcano. “Marescià, così fan tutti”. Questa la prima frase pronunciata dalla donna davanti ai militari che, carte alla mano, gli contestano il clamoroso falso. “Pensavo di raggranellare qualcosa di soldi. Tutto qui”. Si è giustificata così la signora che ha evitato il carcere, ma si è beccata una pesante denuncia penale su cui dovrà rispondere nelle prossime settimane. Per i carabinieri una breccia, in un sistema divenuto quasi abituale nella zona vesuviana e non solo, dove ogni incidente domestico oppure causale, si tenta di farlo passare per incidente stradale. Una consuetudine che, manco a farlo apposta, si ripercuote poi sull’intero sistema assicurativo e sulle pesanti polizze adottate ultimamente a Napoli e provincia. Le indagini degli investigatori, ormai a trecento sessanta gradi, stanno tentando di scoprire proprio se dietro i falsi incidenti ci sia una vera organizzazione dedita alla truffa del fondo vittime della strada. Una cassa rimpinguata dallo stato e, per questo, ricadente sull’intera comunità sia sotto il profilo economico sia sotto forma dei pesanti aumenti assicurativi.

Il Mattino 22 luglio 2011

San Giuseppe – In manette un pregiudicato del clan Fabbrocino

San Giuseppe Vesuviano. I carabinieri della stazione di San Giuseppe Vesuviano hanno arrestato il pluripregiudicato, A.C., trentasei anni, vicino a uno dei clan dominanti nella zona. Carabinieri Caserma San Giuseppe2I militari, al comando del maresciallo, Giuseppe Sannino hanno sorpreso l’uomo a casa poco prima dell’ora di pranzo. Dopo lunghi appostamenti, al termine di costanti informative a ben due procure che indagavano su di lui, le forze dell’ordine sono riuscite ad avere la meglio. Il pregiudicato denunciato, in passato, per non aver ottemperato a una serie di obblighi restrittivi, è stato così assicurato alla giustizia. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Nola e Torre Annunziata per rapina aggravata, illeciti vari, detenzioni armi e ricettazione. Dovrà ora scontare almeno tre anni di reclusione. L’arresto del pregiudicato arriva al termine di un’intensa attività portata avanti dalla compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata al comando del capitano Luca Toti supportato dalle varie stazioni presenti nell’hinterland vesuviano. Controlli a tappeto di pregiudicati e di persone con obblighi particolari, hanno già dato numerosi frutti alleggerendo notevolmente il peso della criminalità su tutta l’area. Nei giorni scorsi, al termine di un lungo e spericolato inseguimento tra le strade di San Giuseppe Vesuviano, San Gennarello di Ottaviano e Piazzolla di Nola, i carabinieri sono riusciti ad arrestare un altro pericoloso pregiudicato che, incurante dei divieti di dimora, continuava ad aggirarsi nelle strade dei comuni vesuviani.

Il Mattino 11 maggio 2011

San Giuseppe – Lavoro nero, tre euro all’ora

San Giuseppe Vesuviano-  Blitz contro le fabbriche “sommerse” e lo sfruttamento di immigrati impiegati illegalmente nell’area vesuviana.  Un’officina meccanica chiusa e un panificio deferito. Tre titolari di aziende denunciati. Sette lavoratori italiani scovati a lavorare al nero e nove cittadini del Bangladesh bloccati in un pulmino ( il mezzo è finito sotto sequestro), mentre venivano trasferiti in una stireria di Terzigno dove erano impiegati a lavorare per pochi euro. Polizia e carabinieri hanno setacciato, sin dalle prime luci dell’alba, il territorio di San Giuseppe Vesuviano e dei comuni limitrofi. Unico l’obiettivo. Scovare lavoratori al nero ed extracomunitari impiegati nei tanti lavoratori abusivi della zona. Gli uomini del commissariato di San Giuseppe Vesuviano, alle dipendenze di Maria Rosaria Napolitano, si sono imbattuti in un autentico traffico di disperati provenienti dal Bangladesh, residenti nei quartieri dormitorio tra Palma Campania e San Gennaro Vesuviano. I poliziotti dopo aver seguito per chilometri, un micro bus, guidato da un cittadino italiano, hanno scoperto l’illecito traffico di manodopera clandestina. In pratica, con la compiacenza dei titolari di una stireria di Terzigno, ogni giorno, i lavoratori bengalesi, erano caricati, presso le loro abitazioni dormitorio, e trasferiti a lavorare, per miseri stipendi, nelle stirerie della zona. Appostati da diversi giorni, i poliziotti sono arrivati direttamente agli opifici di Terzigno, dove hanno potuto costatare le pesanti condizioni di lavoro imposte. La paga mensile per ognuno dei nove bengalesi che trascorrevano dieci ore di lavoro giornaliere a stirare, si aggirava tra i 400 e i 600 euro, per una retribuzione che oscillava tra i 3,50 e i 4 euro al giorno. Tre cittadini italiani sono stati denunciati. Pesante l’accusa; sfruttamento di lavoratori clandestini, aggravata dalle condizioni di bisogno di questa gente.

Poco distante, a San Giuseppe Vesuviano, i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, al comando del capitano Luca Toti, coordinanti dal maresciallo, Giuseppe Sannino, a capo della locale stazione, hanno scovato, in un’officina completamente abusiva, in Via Nappi, e in un panificio di Via Ammendola, sette lavoratori impiegati al nero. Ben quattrocento le contestazioni elevate per un totale di circa centomila euro di sanzioni. L’officina meccanica è stata anche chiusa mentre il panificio è stato deferito all’ispettorato del lavoro grazie anche all’ausilio dei carabinieri della speciale task-force istituita dalla prefettura di Napoli in collaborazione con gli uffici provinciali del lavoro.

Il Mattino 14 aprile 2011

San Giuseppe Vesuviano – Rubavano lo stipendio a una connazionale, due rumeni in cella

carabinieri San GiuseppeSan Giuseppe Vesuviano- Pretendevano circa due terzi dello stipendio da una loro connazionale, a loro dire, ben inserita nel mondo del lavoro e lautamente pagata. Stanca dei soprusi, la donna si è, però, rivolta ai carabinieri che hanno arrestato due rumeni con l’accusa di estorsione aggravata, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce. La triste vicenda si è consumata tra San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, dove la rumena viveva e lavorava, e Sant’Anastasia, dove i due connazionali aguzzini risiedevano. La donna, di quaranta anni, dopo numerosi sacrifici era riuscita a trovare un lavoro in pianta stabile in un grande deposito ortofrutticolo. Molta fatica ma buono lo stipendio. Circa millequattrocento euro al mese. Tanta la felicità di aver finalmente trovato un lauto lavoro che, probabilmente, ha suscitato l’invidia di alcuni connazionali della folta comunità rumena. Fatto sta che, da alcune settimane, la felicità della donna, per l’ottimo e ben remunerato lavoro, si è tramutata in un incubo. Due connazionali, più o meno coetanei della donna, hanno iniziato a perseguirla fino a giungere a chiederle almeno un migliaio di euro al mese per loro esigenze. Sotto la minaccia quotidiana di aver fatto intervenire mafiosi rumeni, se non avesse ottemperato alle richieste, la donna ha avuto il coraggio di rivolgersi ai carabinieri di San Giuseppe Vesuviano. I militari, al comando del maresciallo Giuseppe Sannino e del suo vice, Giuseppe Rosanova, coordinati dal capitano Luca Toti, della compagnia di Torre Annunziata, hanno iniziato una lunga attività investigativa e di pedinamenti. Fuori la stazione di Madonna dell’Arco, nel comune di Sant’Anastasia l’epilogo della triste vicenda. I due aguzzini dopo aver dato appuntamento alla donna per la consegna del denaro, hanno iniziato a malmenare la sfortunata, salvata, però, dall’intervento dei carabinieri appostati poco lontano.  Nel corso della colluttazione i due rumeni, quarantenni, B.B.I., pregiudicato per furto, e P.C. , incensurato, hanno tentato di aggredire i militari che sono pero riusciti a bloccarli e ad ammanettarli sotto gli occhi della povera vittima. Per la donna una liberazione e la fine di un incubo.

Il Mattino 12 marzo 2011

San Giuseppe Vesuviano – Muore neonato in clinica tre avvisi di garanzia

San Giuseppe Vesuviano. Due ginecologi e un anestesista, raggiunti da avvisi di garanzia, per la morte di un neonato avvenuta in sala parto, mercoledì scorso, a San Giuseppe Vesuviano. La Procura della Repubblica di Nola ha aperto un fascicolo sulla vicenda del bambino nato, secondo i medici e i responsabili della casa di cura «Santa Lucia», già morto dopo il taglio cesareo. L’inchiesta nasce da un’informativa dei carabinieri di San Giuseppe Vesuviano al comando del maresciallo, Giuseppe Sannino coordinati dal capitano Luca Toti della compagnia di Torre Annunziata. I genitori del bambino, però, non hanno presentato alcuna denuncia. La procura della repubblica ha invece voluto aprire un’indagine per stabilire se vi siano state negligenze da parte dei sanitari che hanno assistito la giovane puerpera. Secondo i medici e gli stessi genitori, il parto sarebbe dovuto avvenire tra circa tre settimane. Dolori all’addome, accusati dalla sfortunata signora, avrebbero anticipato il parto mercoledì scorso. L’intera equipe medica sostiene che, nonostante i numerosissimi sforzi prodotti in sala operatoria e in rianimazione, non si è riuscito a rianimare il bambino in quanto già morto in precedenza. I magistrati, però, vogliono vederci chiaro e per questo hanno disposto l’esame autoptico sul corpicino del piccolo nascituro, per stabilire se quanto sostenuto dall’intero gruppo di medici risponda al vero. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia presso il primo policlinico dell’università di Napoli. Dall’esito si stabiliranno le reali responsabilità dei medici accusati, per il momento, di omicidio colposo.

Il Mattino 19 febbraio 2011

S.Giuseppe- Far West al supermercato: in manette

San Giuseppe Vesuviano- Aveva terrorizzato clienti e proprietari di un piccolo supermercato di San Giuseppe Vesuviano, sparando anche alcuni colpi di pistola, nel corso di una rapina. Ieri mattina, i carabinieri di San Giuseppe Vesuviano, al comando dei marescialli, Giuseppe Sannino e Giuseppe Rosanova, l’hanno tratto in arresto su mandato del tribunale di Napoli. Antonio Maffettone, 25 anni, pregiudicato, è stato prelevato nei pressi della sua abitazione che dista poche centinaia di metri dove, oltre un anno fa, aveva portato a termine, insieme ad un complice ancora irreperibile, una violenta rapina che aveva messo a repentaglio la vita sia di alcuni clienti, presenti al momento dell’irruzione, ma anche quella degli stessi proprietari del negozio alimentare. I carabinieri, in quell’occasione subito allertati, dopo accurate indagini, riuscirono subito a identificare il rapinatore trasferendo tutti gli atti al tribunale di Napoli che, alla fine, ha decretato il mandato di cattura per il malvivente.  Due anni e due mesi di reclusione, la condanna decretata dalla magistratura partenopea. I militari, coordinati anche dalla compagnia di Torre Annunziata, al comando del capitano Luca Toti, hanno così potuto eseguire l’ordinanza, beccando l’uomo nella sua abitazione di Via Scudieri a San Giuseppe Vesuviano. L’accusa rapina a mano armata e spari in luogo pubblico. Del suo complice, però, ancora nessuna traccia. Gli investigatori non demordono. Le indagini proseguono a tutto campo, nonostante la reticenza dell’arrestato. Non è escluso che, nelle prossime ore, possano esserci sviluppi per assicurare alla giustizia l’altro malvivente.

Il Mattino 22 gennaio 2011

S.Giuseppe- Da giocattolo ad arma vera arrestati due pregiudicati – Carabinieri e polizia in azione –

San Giuseppe Vesuviano- Arrestate due persone e recuperate due pistole, in due distinte operazioni, dei carabinieri e della polizia, di San Giuseppe Vesuviano. Unica forse la matrice che ha poi portato agli arresti e al sequestro delle armi su cui sono in corso accertamenti balistici. La squadra anticrimine del commissariato, alle dipendenze di Maria Rosaria Napolitano, ha arrestato Francesco Tagliaferro, 33 anni e Antonio Federico, 37 anni, entrambi di San Giuseppe Vesuviano e con piccoli precedenti penali, per possesso di una pistola clandestina, efficientissima, ricavata da un’arma giocattolo. I due sono stati bloccati al Corso Vittorio Emanuele a ridosso del centro della città. I carabinieri, al comando del maresciallo, Giuseppe Sannino e del suo vice Giuseppe Rosanova, hanno invece rinvenuto, in un giardino, una pistola calibro nove, di fabbricazione spagnola, con matricola abrasa, sempre nei pressi del Corso Vittorio Emanuele, in una traversa adiacente. Si presume che l’arma possa essere stata gettata dal gruppo dei piccoli pregiudicati in fuga. Tutti elementi da accertare così come le analisi delle armi per capire se siano servite in altre occasioni delittuose. Gli esami della pistola calibro nove sono affidati ai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata alla guida del capitano Luca Toti. L’aarma ricavata da una pistola giocattolo è stata giudicata efficientissima dalla polizia scientifica di San Giuseppe Vesuviano che sta compiendo ulteriori analisi. All’arresto dei due si è giunti al termine di un’intensa attività investigativa partita dalla denuncia di un tossicodipendente di San Gennarello di Ottaviano, malmenato a sangue, per ragioni ancora da accertare. Quest’ultimo, dopo l’aggressione, si era rivolto alla polizia che aveva attivato una serie di controlli sul territorio. In uno di questi, avvenuto proprio nella centralissima Piazza Garibaldi, era finita l’auto sospetta con, a bordo tre giovani. Bloccata al Corso Vittorio Emanuele, poco più avanti, i poliziotti sono riusciti a braccare due dei tre occupanti rinvenendo anche la pistola clandestina. Un terzo è riuscito a fuggire nelle vie adiacenti del centro. A seguire quindi l’intervento dei carabinieri che hanno ritrovato l’altra pistola calibro nove di fabbricazione spagnola con matricola abrasa. Da qui il sospetto, da parte degli investigatori, che possa trattarsi di un unico fatto correlato. Le indagini, sia dei carabinieri sia della polizia, proseguono a trecento sessanta gradi.

Il Mattino 21 gennaio 2011

San Giuseppe Vesuviano – Fuochi pericolosi nascosti in un garage

San Giuseppe Vesuviano – Una tonnellata e mezzo di fuochi proibiti sequestrata dai carabinieri di San Giuseppe Vesuviano. I militari, al comando di marescialli Antonio Prete e Giuseppe Sannino, non hanno dato tregua nemmeno a Natale ai trafficanti di botti non a norma. In un garage alla periferia della città hanno scoperto un’autentica santa barbara custodita da un uomo già noto alle forze dell’ordine. Per lui, M.B., cinquantanove anni di San Giuseppe Vesuviano, è scattata una denuncia, in stato di libertà, per commercio e omessa denuncia del possesso di materiali esplosivi. Dopo un’attenta perquisizione della casa sono stati rinvenuti ben dodici quintali di botti classificati di quinta categoria e tre quintali di materiale esplodente di libera vendita. Il tutto accatastato nel garage dell’uomo in Vicolo Alfonso Russo. L’intero materiale è stato poi attentamente catalogato dagli artificieri dei carabinieri che hanno poi provveduto alla distruzione. Secondo i militari artificieri si tratta di uno dei più grossi sequestri di materiali esplodenti avvenuti negli ultimi giorni. Il pericolo maggiore era dovuto proprio allo scarso livello di stoccaggio con cui il materiale veniva custodito. In un garage, dove potevano accedere anche autoveicoli, sarebbe bastata una piccola scintilla fuoriuscita da un tubo di scappamento per innescare un’esplosione dalle conseguenze inimmaginabili. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal capitano Luca Toti della compagnia di Torre Annunziata, proseguono a tutto spiano per individuare l’intera filiera dei fuochi proibiti nella speranza di attenuare gli immancabili incidenti di fin anno.

Il Mattino 27 dicembre 2010

Fiaccolata per Giuseppe: ” Basta omertà” – L’omelia del vescovo Depalma: “Viviamo in un territorio inquinato anche nelle coscienze”

Familiari, bambini delle elementari, sindaci dei paesi vicini e tanti amici. Un solo grido: scovare gli assassini di Giuseppe. Ma anche un impegno per cambiare la società. “Viviamo in un territorio inquinato in tutti i sensi. Crisi di coscienza, crisi economica ma soprattutto crisi dell’umanità dove è stato dimenticato l’impegno educativo”. Così nell’omelia il vescovo di Nola, Beniamino Depalma nel corso della messa celebrata dopo fiaccolata organizzata, ieri sera, a San Giuseppe Vesuviano in memoria del ventottenne, Giuseppe Pizza. Il giovane barbaramente accoltellato per banali motivi di viabilità. Il corteo, in silenzio, ha sostato sul luogo dove, la notte tra il 17 e 18 ottobre, Giuseppe fu accoltellato. In Via Croce Rossa. Quella notte il giovane fu vigliaccamente colpito al cuore da un fendente e lasciato morire in un lago di sangue senza che nessuno lo soccorresse. Solo dopo lunghi, interminabili, momenti fu notato. I suoi aguzzini erano già lontano. Oggi, sono ancora liberi. “Chi sa parli. Chi ha visto racconti”. Questo il grido disperato dei familiari che hanno fortemente voluto la fiaccolata di ieri sera a un mese dall’assassinio. Un episodio di violenza metropolitana che ha scosso tutto l’entroterra vesuviano. A San Giuseppe, luogo del delitto, ma anche a Piazzolla di Nola, dove la vittima risiedeva insieme alla sua famiglia, stupore e incredulità per una violenza così efferata e bruta. “Per questo abbiamo subito appoggiato l’iniziativa dei familiari -ammette, il sindaco di San Giuseppe, Antonio Agostino Ambrosio – Un episodio di violenza inaudito che ci spinge ad aprire un tavolo con tutte le forze dell’ordine con l’obiettivo di dare maggiore sicurezza ai nostri cittadini”.  Un omicidio che ha segnato, più di altre volte, le coscienze della gente.  “Ormai siamo al massimo dell’efferatezza – scandisce una signora con una fiaccola in mano – dopo i ferimenti ora contiamo i morti”. Sul fronte delle indagini restano aperte tante piste. Niente, però, di concreto. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, insieme ai colleghi della stazione di San Giuseppe Vesuviano, coordinati dal capitano Luca Toti, non demordono. In procura hanno presentato diverse linee investigative su cui i magistrati stanno valutando il da fare. A breve, forse, le manette.

 

San Giuseppe Vesuviano-

Il Mattino 20 novembre 2010